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Tumore all'esofago: effetto preventivo dell'aspirina

Tumore all'esofago: effetto preventivo dell'aspirina

Da una ricerca scientifica che ha visto coinvolti 350 pazienti affetti da esofago di Barrett, una particolare situazione che predispone al rischio di cancro, si è notato che gli individui che hanno fatto uso di aspirine e altri farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), hanno presentato una minor incidenza del cancro all'esofago.

Lo studio che aveva l'obiettivo di esaminare i principi che causano il cancro gastrico e le condizioni che lo favoriscono è stato coordinato dalla Università di Washington. Questa particolare patologia viene detta anche "del reflusso gastroesofageo (MRGE)", consiste nella risalita dei succhi gastrici fino all'esofago. Il fenomeno, se non avviene con frequenza ma occasionalmente, è del tutto normale e non provoca conseguenze per la salute.

Vi sono però dei casi in cui il fenomeno si presenta frequentemente e in maniera abbondante, in queste situazioni con il passare del tempo si predispongono nell'individuo delle condizioni che possono favorire lo sviluppo di patologie tumorali.

I risultati della ricerca sono astati pubblicati sul Lancet. Lo studio durato 5 anni ha seguito attraverso degli esami endoscopici l'evolversi delle lesioni dei pazienti affetti da esofago di Barrett. Nei pazienti che avevano fatto uso di ASA o FANS almeno un anno prima dell'inizio dello studio, è stata diagnosticata la formazione del cancro all'esofago nel 9,7% dei casi contro il 14,4% dei pazienti che non ne avevano fatto uso. Nei casi in cui invece c'è stata un assunzione dei farmaci durante il periodo di analisi l'incidenza del cancro è stata del 6,6%.

Se questa ricerca ha dimostrato che i farmaci di tipo ASA o FANS possono essere delle possibili armi contro il cancro all'esofago, non bisogna dimenticare che in quanto medicinali presentano comunque degli effetti collaterali di un certo peso. Inoltre ogni anno i casi di degenerazione in forme cancerogene dell'esofago di Barret è di circa l'1%.

Se si mettono sul piatto della bilancia i benefici che si potrebbero avere con le conseguenze che potrebbero provocare l'uso di questi farmaci, non ci sono ancora abbastanza dati per poterne valutare un uso terapeutico.


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