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Fobia sociale - Psicologia - Tra i diversi tipi di fobia le forme cliniche più frequenti risultano essere: la fobia sociale e l'agorafobia.

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Fobia sociale

Fobia sociale

Tra i diversi tipi di fobia le forme cliniche più frequenti risultano essere: la fobia sociale e l'agorafobia.

Cosa è la Fobia sociale ?

Secondo la classificazione dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la fobia sociale o disturbo d'ansia sociale é caratterizzata dalla paura e dall'evitamento di tutte quelle situazioni nelle quali l'individuo è esposto al giudizio degli altri (specialmente se si é in piccoli gruppi), o si trova al centro dell'attenzione e teme di apparire ridicolo, imbarazzato, inadatto.

Un certo grado di ansia nelle situazioni sociali è certamente normale, ma quando l'evitamento delle situazioni, l'ansia anticipatoria o il disagio nei confronti della situazione o attività sociale temuta interferiscono in modo significativo con le normali abitudini del soggetto, con il suo funzionamento lavorativo o scolastico o con le attività e le relazioni sociali allora è possibile parlare di una vera e propria fobia.

Le situazioni temute dalle persone che soffrono di fobia sociale possono essere suddivise in quattro categorie: discorsi e interazioni formali (per esempio, tenere un discorso in pubblico o una relazione di fronte a un gruppo di studio o di lavoro), discorsi e interazioni informali (per esempio, partecipare a una festa o rivolgere la parola a un estraneo), interazioni assertive (per esempio, parlare con persone autorevoli, esprimere disaccordo o chiedere lo scontrino a un negoziante che non l'ha consegnato) e essere osservati mentre si fa qualcosa (per esempio, mangiare o scrivere).

L'ansia del fobico, in questi casi, deriva principalmente dalla convinzione di non essere adeguato o di poter apparire ridicolo in queste situazioni sociali. La risposta è quindi quella di evitamento che configura essenzialmente il fobico come un soggetto rinunciatario, il quale, se è costretto ad affrontare tali situazioni, è colpito da sintomi quali palpitazioni cardiache, fiato corto, tremori, arrossamenti, bocca secca, nausea, crampi allo stomaco, diarrea.

Nei casi più gravi, le persone eviteranno a tal punto le situazioni temute da ridurre progressivamente le proprie possibilità espressive, circoscrivendo sempre più il proprio ambiente ed evitando tutte le situazioni sociali al di fuori del loro cerchio familiare (come accade nelle forme generalizzate) con la conseguenza di un quasi completo isolamento.

Essa si manifesta in una percentuale della popolazione che va dall'1,3% a più del 10% e colpisce due volte di più le donne rispetto agli uomini; ha di solito un esordio precoce, tra gli 11 e i 15 anni di età ed ha un decorso cronico persistente.

Sono stati eseguiti molti studi sulla fobia sociale, ma l'origine esatta non è ancora chiara. Le principali spiegazioni sembrano implicare un insieme di fattori psicologici, ambientali, genetici e biologici.

Alcune persone con fobia sociale dichiarano di saper identificare un evento che ha provocato il primo disturbo, ma una relazione di causa effetto non é stata ancora confermata dagli studi.

L'importanza dei fattori psicologici ed ambientali è evidenziata dal fatto che i primi episodi di evitamento si verificano generalmente in seguito ad un evento stressante come può essere una perdita, o un incidente. Ma anche gli stili di vita, le persone di riferimento (genitori, partner, figli, etc.), l'ambiente lavorativo, etc. possono essere importanti fattori di attivazione di questo disturbo.

L'impatto che può avere l'ambiente familiare, è stato dimostrato da diversi studiosi ed è emerso che i comportamenti eccessivamente protettivi dei genitori possono servire a mantenere condotte di evitamento nei bambini ansiosi. Questo suggerisce che il comportamento dei genitori giochi un ruolo importante nella manifestazione delle fobie social Nella maggioranza dei casi (circa l'80%) i sintomi della fobia sociale precedono altri tipi di disordini suggerendo che questa favorisca condizioni di comorbidità (-> coesistenza in uno stesso soggetto di differenti disturbi psichiatrici).
Infatti é stato dimostrato che la fobia sociale é il disordine primario che ha preceduto:

  • alcolismo (nell'85% dei casi)

  • abuso di droghe (nel 77% dei casi)

  • depressione maggiore (nel 17% dei casi)

  • disturbo ossessivo-compulsivo (nell'11% dei casi)

Sembra esserci anche una associazione tra fobia sociale e disordini di comportamento alimentare come l'anoressia e la bulimia.
Da qui la necessità di una diagnosi precoce e di un trattamento terapeutico efficace, quale può essere quello della desensibilizzazione sistematica (già descritto in riferimento alle fobie specifiche) o il social skills training, un approccio terapeutico alle difficoltà interpersonali che associa una terapia di supporto a tecniche di esposizione alle situazioni sociali che generano ansia., Si supporta l'esposizione graduale del paziente alle situazioni che creano ansia e contemporaneamente si cerca di favorire l'apprendimento di comportamenti adeguati ad affrontare tali situazioni per poter in questo modo alleviare l'ansia. Gran parte di questo lavoro si concentra sul piano cognitivo; infatti i fobici sociali soffrono di gravi distorsioni cognitive durante le situazioni sociali. Per esempio, essi sopravvalutano il giudizio altrui, attribuiscono ad altri pensieri critici nei loro confronti, sottostimano le loro capacità sociali e temono la risposta degli altri alla loro ansia, soprattutto alle manifestazioni esterne di essa quali tremori, eccessiva sudorazione, ecc. Per questo motivo si rende necessaria una ristrutturazione cognitiva che permetta di riorganizzare le loro percezioni e idee non realistiche, emotive e catastrofiche.

Autrice: Dott.ssa Donatella Porceddu


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