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Misteri - Il castello di Campomaggiore - Il villaggio sette-ottocentesco di Campomaggiore Vecchio è una vera città abbandonata, dislocata su tre terrazzi principali lungo l’alto corso del Basento

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Il castello di Campomaggiore

Il castello di Campomaggiore

Il villaggio sette-ottocentesco di Campomaggiore Vecchio è una vera città abbandonata, dislocata su tre terrazzi principali lungo l’alto corso del Basento. L’antico villaggio fu fondato, come riportano i documenti, dalla famiglia Rendina nel 1741 da un antico feudo e da sedici coloni, ma fu distrutto da una frana il 10 febbraio 1885, costringendo tutti gli abitanti a trasferirsi in località "La Difesuola", dove oggi sorge il paese moderno.

Seguendo la strada che da Campomaggiore Nuovo conduce al paese vecchio si raggiunge il grande Palazzo Baronale, che mostra ancora le possenti mura e gli accenni delle grandi volte a vela. L'impianto sembra ricordare un castello medievale, attraverso cui si accedeva soltanto attraverso un portale che immetteva poi in un cortile quadrangolare sotto il quale corrono dei sotterranei ricavati nella viva roccia. Nella parte posteriore erano i depositi delle dispense e la cucina.

Vi è una storia che riguarda Campomaggiore e la sua città antica, ed è una storia molto recente che riguarda la zona vicina al castello, la Cornaleta.

La località è stata sempre conosciuta con questo nome, ma poiché si trova sul versante sinistro del Basento, in un punto in cui l’acqua forma un ristagno temporaneo, probabilmente deriva dal "carna-leta", cioè "carne marcescente".

Raccontano le leggende che il villaggio di Campomaggiore, che esisteva già nella metà del Duecento, ai tempi dell’insurrezione ghibellina contro l’imperatore Carlo I d’Angiò, venne messa a ferro e fuoco poiché si schierava a favore di Corradino.

Alcuni "alti cavalieri" si recarono una notte in Campomaggiore e presero tutti gli uomini che furono impiccati alla Cornaleta.

Nel corso dei secoli la Cornaleta fu sempre un luogo mal visto e pericoloso, poiché –raccontano i contadini- ogni tanto apparivano delle figure di fantasmi e delle voci che impaurivano persone ed animali. I bambini, che giocavano nei pestatoi del vino e dell’olio in pietra posti sulla sponda del Basento, venivano sempre ammoniti di non avvicinarsi alla Cornaleta.

Recentemente hanno affermato che tutto avveniva perché quei poveri ghibellini non furono degnamente seppelliti poiché restarono a lungo appesi agli alberi con il collo spezzato, in preda agli animali.

Solo da pochi anni non si sa più niente della Cornaleta, da quando il Sindaco di Campomaggiore volle far celebrare una messa in onore dei caduti per la libertà.

Oggi il meraviglioso paese di Campomaggiore Vecchio risorge dalle ceneri della vendetta e della sventura con più coscienza.


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