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Ciudad perdida (La città  perduta)

Ciudad perdida - La città  perduta

Alcuni anni fa in Colombia, precisamente nella Sierra Nevada di Santa Marta, fu scoperto sotto l'intrico di una vegetazione lussureggiante, un gigantesco complesso archeologico. Questo non era altro che l'unico reperto che rimaneva della Ciudad perdida (la città  perduta). Qui, in questo luogo costituito da palme gigantesche, cortine di liane, felci, e da una cascata, fonte di vita e acquedotto dell'antico centro cerimoniale e dell'abitato della ciudad perdida, vi abitavano i tairona. Nel XVI secolo però i primi conquistadores spagnoli, al comando di Alonso Nino e Cristobal Guerra, sbarcarono a Santa Marta e furono subito colpiti dalle enormi quantità  di monili d'oro con cui si adornavano gli indigeni. Dal quel momento si susseguirono decenni di razzie ai danni dei tairona, colpevoli solo di essere i depositari di una cultura avanzata e, soprattutto, di essere dei provetti orafi, capaci di realizzare monili d'oro, strumenti, collane di grande qualità  artistica. Cosଠmigliaia di gioielli d'oro furono rubati agli indigeni, i centri cerimoniali e perfino le tombe vennero spagliati e saccheggiati. Migliaia di smeraldi finirono poi nelle bisaccie dei conquistadores.

I tairona allora ribelli ad ogni forma di schiavitù e non volendo rivelare agli spagnoli il luogo in cui raccoglievano il prezioso metallo, si ritirarono all'interno della foresta, sempre più in alto, verso le cime della Sierra Nevada, distruggendo le strade, le scale di pietra, i ponti secolari che li congiungevano alla costa, perdendo cosଠl'accesso al mare, fonte di cibo e di sale.

Le rovine della città  perduta sono rimaste nascoste per anni tra la vegetazione, nel buio del sottobosco. Tutto è costruito con mura di pietre granitiche, grigie senza malta, tenute assieme solo dall'antica abilità  dei costruttori. Grosse macine di pietra con i relativi pastelli, utilizzate per frantumare il mais e altri semi selvatici, ci parlano di una vita quotidiana interrotta, tutto si è fermato come all'improvviso. Nelle tombe dei tairona, nascoste spesso nei pavimenti delle capanne o davanti all'entrata, sono stati ritrovati magnifici gioielli d'oro tra i più splendidi della civiltà  precolombiana: rane d'oro, uccelli, serpenti, divinità , orecchini ornamentali, pettorali, spesso in oro puro, molte volte in lega con il rame; fu proprio questa abbondanza di oro a condannare i tairona. I conquistadores si spinsero sempre più avanti, gli indigeni cercarono di resistere abbandonando i loro insediamenti, ma un feroce genocidio li fece scomparire quasi completamente. I pochi superstiti si nascosero nelle alte selve e sulla tragedia di questo popolo calò il silenzio. Adesso in questi posti si aggirano ancora gli indios kogi, che sono considerati i discendenti dei tairona. I loro villaggi sono fatti di poche capanne e vi sono solo donne e bambini in quanto gli uomini sono lontani, nelle alture e nei terrazzamenti agricoli a lavorare.

veduta aerea della città  perduta gioielli della città  perduta
Alcuni esempi dei
gioielli in oro dei Tairona




Veduta aerea della
città  perduta
rovine della città  perduta
Alcune rovine
della città  perduta

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