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Aspettativa di vita e pensione: il limite umano è 125 anni

Aspettativa di vita e pensione

L'aspettativa di vita limite, in assenza di tumori e altre malattie di una certa entità, potrebbe essere di un secolo e un quarto, un uomo può quindi vivere al massimo 125 anni. Quando si decide l'età di pensionamento si considera però l'aspettativa di vita media, questa nuova informazione non sposterà quindi ancora più in alto l'asticella di quando si può andare in pensione. Negli ultimi decenni la qualità della vita è migliorata notevolmente e la medicina di oggi riesce a curare malattie che in passato mietevano numerose vittime, esiste però un limite fisiologico che neanche la scienza, allo stato attuale, può far superare. I dati dell'indagine sono stati pubblicati su Nature (Evidence for a limit to human lifespan - doi: 10.1038/nature19793).

Un gruppo di ricercatori, del Dipartimento di genetica dell'Albert Einstein College of Medicine di New York, sostiene di aver trovato la risposta a una domanda che molti si pongono: Quanto può vivere un essere umano? Xiao Dong, primo autore dello studio, spiega che dai dati raccolti esiste un range di longevità massima che va dai 115 ai 125 anni, questo limite è stato raggiunto nel 1995 e da allora non sono stati ottenuti ulteriori miglioramenti. I dati raccolti hanno inoltre permesso di stimare che la probabilità che in un anno una sola persona al mondo tra i centenari compia 125 anni è inferiore a 1 su 10.000.

Per stimare il limite massimo di longevità i ricercatori si sono concentrati sui dati dello Human Mortality Database, un archivio che raccoglie i dati relativi alla natalità e alla durata della vita di 40 Paesi industrializzati. Grazie al miglioramento nelle cure mediche, una migliore alimentazione e una maggiore attenzione della società verso le persone, a partire dal Novecento si è registrato un aumento costante nell'aspettava della vita media. Se nelle prime 9 decadi il trend di crescita è stato però considerevole, a partire dagli anni '90 si è osservato un notevole rallentamento della crescita positiva.

I dati dell'aumento nell'aspettava della vita media, nel nostro Paese sono utilizzati dall'INPS come parametro per valutare a che età si può andare in pensione. Attualmente (parliamo del 2016) un lavoratore può andare in pensione dopo aver compiuto 66 anni e 7 mesi di età (sempre che abbia versato almeno 20 anni di contributi), in alcuni casi si può andare in pensione anche con un'età anagrafica minore se sono stati già versati 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne o 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Sebbene negli anni si è assistito sia a una diminuzione continua della mortalità che a un aumento generale della longevità, come accennato in precedenza, si è scoperto che questo trend non poteva andare avanti in quanto esiste un limite che sembra essere stato raggiunto alla fine del XX secolo. Gli esperti spiegano che ulteriori progressi nelle cure delle malattie croniche e infettive potrebbero comunque migliorare l'aspettativa di vita media, non però l'aspettativa di vita massima. Anche l'aspettativa di vita media sembra però essere arrivata in una fase di stallo, e in alcuni casi sta addirittura diminuendo. In base ai dati Istat in Italia c'è stata un'inversione di tendenza: nel 2015 l'aspettativa di vita per gli uomini era di 80,1 anni e per le donne era di 84,7, l'anno precedente (2014) le aspettative di vita erano invece maggiori (80,3 anni per gli uomini e di 85 anni per le donne). Con questi nuovi dati l'età per il pensionamento potrebbe riabbassarsi e allo stato attuale nel 2019 si potrebbe andare in pensione con 5 mesi di anticipo.

Tornando ai dati dello studio del Dipartimento di genetica dell'Albert Einstein College of Medicine di New York, gli esperti spiegano che superati i 100 anni la speranza di vita diminuisce comunque considerevolmente. Per il momento la punta massima di longevità è stata raggiunta negli anni '90 dalla francese Jeanne Calment, morta nel 1997 a 122 anni. Dietro a una speranza di vita così lunga non vi è però solo un buon sistema sanitario e un'alimentazione equilibrata, il patrimonio genetico individuale ricopre un ruolo centrale in questo ambito.

Non è comunque detto che possibili miglioramenti in campo terapeutico non possano aumentare la longevità oltre i 125 anni, bisognerebbe però superare le numerose varianti genetiche che determinano nel complesso la longevità umana. Secondo gli esperti, molte delle risorse che ora si utilizzano per aumentare l'aspettativa di vita dovrebbero essere spese per migliorare la qualità della vita superata una certa età; meglio vivere in buona salute fino a 100anni che superare questo limite vivendo le ultime decadi con una salute cagionevole o con un'invalidità dovuta all'età.


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