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Eccesso di vitamina B12 in gravidanza e rischio di autismo

Vitamina B12 in gravidanza e rischio di autismo

Una carenza di vitamina B12 in gravidanza potrebbe comportare delle alterazioni nello sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino, altrettanto pericoloso sembrerebbe però essere un suo eccesso. Livelli elevati di vitamina B12, nota anche come cobalamina, durante il periodo della gestazione potrebbero aumentare le probabilità di sviluppare un disturbo dello spettro autistico. Questa è la conclusione di uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, i cui risultati sono stati presentati in occasione del meeting internazionale della ricerca sull'autismo (International Meeting for Autism Research - Baltimore, Maggio 2016).

Quando si assumono delle vitamine sotto forma di integratori bisogna sempre fare attenzione ai dosaggi, se da un certo punto di vista è vero che una carenza di determinate sostanze può influire negativamente sulla nostra salute, e in caso di gravidanza anche su quella del bambino, una sovra- supplementazione potrebbe essere altrettanto pericolosa. Stando ai risultati di un'indagine condotta su 1391 donne in gravidanza, che hanno partorito fra il 1998 e il 2013, circa il 10 per cento di esse presentava un eccesso di folati (vitamine appartenenti al gruppo B) durante il periodo della gestazione e il 6 per cento aveva dei livelli elevati di vitamina B12 nel sangue. Dalle interviste e i questionari compilati dalle madri è emerso che molte di esse, con l'intento di fare del "bene" al proprio figlio, hanno assunto diversi integratori vitaminici prima del concepimento e durante le 40 settimane di gravidanza.

Incrociando i dati dei livelli di folati e della vitamina B12 delle mamme durante la gravidanza e subito dopo il parto, con quelli dello sviluppo cognitivo dei figli a qualche anno di distanza, si è scoperto che l'assunzione di multivitaminici, da tre a cinque volte la settimana, sembra ridurre il rischio che il bambino sviluppi un disturbo dello spettro autistico. Se però nel sangue ci sono livelli troppo elevati di folati e vitamina B12, il rischio di autismo cresceva. Un eccesso di vitamina B12, molto superiore a quello consigliato, può triplicare il rischio di sviluppare l'autismo. Se oltre alla vitamina B12 erano elevati anche i valori di folati, aumentava di ben 17,6 volte la probabilità di autismo nel bambino.

M. Daniele Fallin, una delle autrici dello studio e direttrice del Centro per l'autismo della Bloomberg School, evidenzia che questi dati andranno confermati da ulteriori indagini, ciò nonostante, il consiglio è quello di non esagerare né con una sotto supplementazione ne con una sovra-supplementazione degli integratori. Come si è osservato, un uso equilibrato, dalle 3 alle 5 volte a settimana, aveva un effetto protettivo sui nascituri.

Rimane poi ancora poco chiaro il motivo di livelli molto elevati di folati e vitamina B12 in alcune donne, in certi casi si superavano anche di 4 volte i livelli consigliati. Una delle possibili spiegazioni potrebbe essere riconducibile alla dieta, attraverso gli alimenti si possono infatti assumere diverse sostanze che vanno ad aggiungersi ai livelli apportati dagli integratori. Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda il luogo dove è stata condotta l'indagine, in diversi Paesi, fra i quali c'è l'America, le industrie alimentari (in accordo con gli enti per la salute) arricchiscono certi prodotti con determinate sostanze per evitare problemi legati a carenze vitaminiche, tale situazione non è presente però nel nostro Paese (a parte alcuni casi come ad esempio il sale iodato, patate dove vi è un supplemento di selenio, ecc.). Le gestanti possono quindi assumere gli integratori suggeriti dai ginecologi senza particolari preoccupazioni.

Alimenti e vitamina B12

Sebbene in Italia gli alimenti non vengono di norma arricchiti con vitamine e minerali, essi contengono naturalmente determinate sostanze. La vitamina B12 è presente ad esempio in tutti gli alimenti di origine animale: carne (rossa e bianca), uova, latticini, pesce (sgombro, salmone, sardine, ecc), crostacei, molluschi e frutti di mare (vongole, cozze, ostriche, ecc.). Il livello di vitamina B12 in questi alimenti non è elevato, non vi è quindi il rischio di un sovradosaggio in caso di assunzione in concomitanza con integratori.

In commercio sono comunque presenti anche nel nostro Paese degli alimenti fortificati, questa eventualità è specificata nell'etichetta. La vitamina B12 può essere presente in aggiunta in alcuni alimenti per i bambini, nel latte, nei cereali e in particolari prodotti a base di soia.

Carenza vitamina b12

Come spiegato precedentemente, la vitamina B12 è molto importante nel periodo della gravidanza per lo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto. Tale sostanze svolge inoltre un ruolo centrale nella funzionalità delle cellule del sistema nervoso ed è fondamentale nei processi di formazione dei globuli rossi. Un buon apporto di vitamina B12 è inoltre essenziale per prevenire una forma di anemia megaloblastica, l'anemia perniciosa.

Mediamente, per una persona adulta, il fabbisogno medio quotidiano di vitamina B12 è pari a 2 microgrammi. Durante il periodo della gravidanza il fabbisogno aumenta a 2,2 microgrammi e durante l'allattamento sale a 2,4 microgrammi.

Se dalle analisi del sangue si rileva una carenza di vitamina B12 questa potrebbe dipendere quindi da diversi fattori, alcuni legati a condizioni fisiologiche (come la gravidanza e l'allattamento) e altri alimentari. Chi segue una dieta vegana o vegetariana, escludendo gli alimenti di origine animale, non riuscirà a raggiungere il fabbisogno giornaliero, dovrà quindi integrare la vitamina costantemente. Oltre che per un ridotto apporto di determinati alimenti, una carenza di vitamina B12 può essere correlata anche alla difficoltà, o l'incapacità, dell'organismo di assimilarla.


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