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Tumore al polmone: inquinamento atmosferico tra le cause

Tumore al polmone e inquinamento atmosferico

Anche l'inquinamento atmosferico rientra tra le cause del tumore al polmone: è stato dimostrato che a una maggiore concentrazione di inquinanti nell'aria corrisponde un maggior rischio di sviluppare un tumore ai polmoni. I risultati arrivano da uno studio europeo che ha analizzato la relazione tra inquinamento atmosferico e rischio di tumori al polmone in 9 paesi, tra cui anche l'Italia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Lancet Oncology (Air pollution and lung cancer incidence in 17 European cohorts: prospective analyses from the European Study of Cohorts for Air Pollution Effects (ESCAPE) - doi: 10 1016 / S1470-2045 (13) 70279-1 - Luglio 3013).

Lo studio, al quale ha preso parte anche un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha esaminato la storia clinica di oltre 300 mila persone con un età compresa tra i 43 e i 73 anni. Fra tutte le aree monitorate quelle italiane sono risultate essere tra le più inquinate. Oltre al nostro Paese sono state scelte delle aree campione in Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna e Grecia. Fra le varie sostanze inquinanti prese in considerazione dai ricercatori troviamo anche le ormai note polveri sottili Pm10 e Pm25, sostanze già messe in relazione ad altre patologie come ad esempio asma e allergie.

Il tumore al polmone, insieme alle malattie del cuore (messe anche queste in relazione con l'inquinamento in altri studi), è una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati. Nel 2010, solo in Italia, sono stati registrati ben 31.051 nuovi casi di tumore al polmone. Incrociando le varie informazioni raccolte durante lo studio si è scoperto che per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm10 per metro cubo presenti nell'aria, il rischio di tumore al polmone aumenta di circa il 22 per cento. Si è inoltre scoperto che i limiti attualmente imposti (una concentrazione nell'aria massima di 40 microgrammi per metro cubo per il Pm10 e di 20 microgrammi per i Pm2.5) non sono sufficienti per escludere del tutto il rischio di tumore al polmone.

Fra tutti i centri presi in considerazione quelli Italiani (Torino, Roma e Varese) sono risultati essere i più inquinati. Mediamente a Torino sono stati rilevati 46 microgrammi per metro cubo di inquinanti PM 10, a Roma il valore si attestava invece intorno ai 36 microgrammi. Valori abbastanza elevati, se confrontati con la media europea, e più che doppi rispetto a città come Oxford (16 microgrammi per metro cubo) e Copenaghen (17 microgrammi per metro cubo).

Vittorio Krogh, uno dei ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che ha preso parte allo studio, evidenzia comunque che il fumo di sigaretta rimane la prima causa di carcinoma al polmone, patologia che nel nostro Paese costituiscono circa il 20 per cento delle morti per tumore. Anche nei pazienti fumatori non bisogna però sottovalutare l'inquinamento in quanto rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo.

Alla luce dei nuovi dati risulta ancora più importante la lotta all'inquinamento, spesso neanche il blocco totale del traffico riesce ad abbassare l'alto livello di polveri sottili che in certi periodi si concentrano in città come Milano, Torino, Roma, ecc.. Il rischio di tumore al polmone legato alle sigarette può essere gestito dal singolo individuo (uno può decidere di smettere di fumare quando vuole), per quanto riguarda quello legato agli inquinanti atmosferici bisogna però sensibilizzare la popolazione ad un uso ottimizzato della macchina (non ha senso che nelle strade ci siano decine di migliaia di auto con dentro una sola persona) e un maggior utilizzo dei mezzi pubblici. Ovviamente, oltre a questi comportamenti virtuosi, serve una maggiore adesione all'uso di energia pulita da parte delle industrie.


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