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Paracetamolo in gravidanza e rischi per il bambino - L'assunzione di antidolorifici (aspirina, ibuprofene o paracetamolo) in gravidanza potrebbe compromettere la fertilità dei bambini

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Paracetamolo in gravidanza e rischi per il bambino

Paracetamolo in gravidanza: rischi per il bambino

L'assunzione di antidolorifici (aspirina, ibuprofene o paracetamolo) in gravidanza potrebbe compromettere la fertilità dei bambini. I farmaci in gravidanza andrebbero sempre assunti con attenzione e solo dopo il parere del proprio medico, questo perché in particolari casi potrebbero compromettere la salute del piccolo. In base ai risultati di un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori di diverse nazioni (Danimarca, Finlandia e Francia) coordinati da David Møbjerg Kristensen e Henrik Leffers dell'University of Copenhagen e da Bernard Jégou dell'INSERM (Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale, Francia), l'assunzione da parte delle gestanti di antidolorifici leggeri come il paracetamolo, l'aspirina o l'ibuprofene, può aumentare il rischio che il bambino nasca con criptorchidismo (testicoli ritenuti). I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Human Reproduction (Novembre 2010).

Il criptorchidismo è la mancata o incompleta discesa di uno o di entrambi i testicoli nello scroto. Si tratta di un difetto congenito, tanto più serio ai fini della fertilità se coinvolge entrambi i testicoli (criptorchidismo bilaterale). Il criptorchidismo è abbastanza frequente nel neonato e generalmente regredisce entro il primo anno con una discesa spontanea del testicolo. La mancata discesa al termine del primo anno di vita è da considerarsi patologica, ha una frequenza di circa 1 bambino su 100, e richiede l'intervento chirurgico.

In base ai dati raccolti dai ricercatori, frutto di un'indagine condotta su oltre 2000 donne incinte, l'assunzione di antidolorifici nel periodo della gestazione aumenta di 7 volte la probabilità che il nascituro sia affetto da criptorchidismo. I ricercatori hanno analizzato i dati di 843 donne danesi e 1.463 finlandesi. Nel gruppo delle danesi non sono stati rilevati dati particolarmente significativi, al contrario, tra le donne finlandesi i ricercatori hanno individuato alcuni casi abbastanza allarmanti.

Per i ricercatori la differenza dei dati fra i due gruppi potrebbe essere legata al tipo di raccolta delle informazioni. In Finlandia i dati sono stati raccolti attraverso dei questionari mentre in Danimarca sono state condotte delle interviste telefoniche. Inoltre, sottolineano i ricercatori, in Danimarca il rischio di testicoli ritenuti è circa quattro volte superiore rispetto a quello della Finlandia. Oltre ai dati ricavati dalle indagini, ci sono anche delle ricerche condotte sui topi secondo le quali gli antidolorifici sono in grado di sconvolgere l'equilibrio naturale degli ormoni maschili durante la gravidanza ostacolando il normale sviluppo sessuale.

L'assunzione di antidolorifici non sempre da gli stessi effetti, in base ai dati raccolti si è constatato che il paracetamolo assunto in gravidanza sporadicamente per alleviare il dolore non comportare alcun effetto sulla salute del nascituro. Diversa invece era la situazione in quelle donne che durante la gestazione avevano assunto più di un antidolorifico contemporaneamente, in questo caso si è registrato un rischio di sette volte maggiore di dare alla luce figli con criptorchidismo. Il secondo trimestre, dalla 14° alla 27° settimana, sembra essere il momento più delicato: qualsiasi uso di analgesici a questo punto della gravidanza è infatti legato a un rischio di criptorchidismo più che doppio.

Anche se bisognerà condurre ulteriori studi il consiglio dei ricercatori è quello di limitare il più possibile l'assunzione di antidolorifici durante la gravidanza.


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