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Allarme su alcuni cartoni per pizze da asporto

Cartoni per pizze e ftalati

Alcuni cartoni utilizzati per le pizze da asporto conterrebbero delle sostanze potenzialmente dannose per l'organismo, nello specifico sono quelli realizzati con materiali di riciclo. L'uso di fibre provenienti da materiali cartacei di secondo impiego e la carta reclinata sono vietati in ambito alimentare esclusi alcuni particolari casi fra i quali non rientra quello relativo ai cartoni delle pizze da asporto.

Non è la prima volta che viene lanciato un allarme del genere, già qualche anno fa l'uso di materiali contenenti ftalati nelle pellicole per alimenti, sacchetti di biscotti, bottiglie dell'acqua, ecc. sono stati al centro dell'attenzione. Questa volta l'allarme è stato lanciato dalla Lega Consumatori Acli Toscana dopo aver letto su Internet i risultati di uno studio condotto dai Laboratori di Ricerche Analitiche (Alimenti ed Ambiente) dell'Università degli Studi di Milano su alcuni cartoni da asporto per le pizze, i ricercatori avrebbero infatti rilevato la presenza di sostanze non autorizzate come il Di-isobutilFtalato (DIBP).

Secondo Linda Grilli, addetta stampa di Lega Consumatori Acli Toscana, associazione di tutela dei consumatori aderente al CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori ed Utenti, istituito presso il ministero delle Attività Produttive), il sospetto è che i cartoni analizzati dai ricercatori di Milano siano stati fabbricati con cellulosa riciclata, un utilizzo vietato da una normativa italiana. La legge non permette l'utilizzo di questo particolare tipo di contenitore per i prodotti "umidi" ed impone l'uso di almeno un foglio prodotto con carta vergine interposto fra la pizza e la superficie del cartone.

Come mai si è riscontrato questo uso improprio di materiali potenzialmente tossici per l'organismo ? Tutto è partito da una ricerca sul tema degli ftalati in corso di svolgimento presso i Laboratori di Ricerche Analitiche (Alimenti ed Ambiente) dell'Università degli Studi di Milano.

La Direttiva 2004/14/CE del 29 gennaio 2004 ha modificato la Direttiva 93/10/CEE relativa ai materiali ed agli oggetti di pellicola di cellulosa rigenerata destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Nello specifico è stato modificata la seconda parte dell'Allegato II alla Direttiva 93/10/CEE escludendo dalla lista delle sostanze concesse una serie di polimeri (vinilacetali derivati da aldeidi sature C1-C6, acidi acrilico, crotonico, itaconico, maleico, metacrilico e loro esteri, butadiene , acetato di vinile, alchilvinileteri C1-C4, stirene, metilstirene, cloruro di vinilidene, acrilonitrile, metacrilonitrile, etilene, propilen, 1- e 2- butilene, cloruro di vinile).

Durante uno studio che aveva l'obiettivo di identificare l'eventuale presenza di ftalati in numerosi materiali destinati al contatto con alimenti, su otto contenitori destinati al trasporto di pizza è stata rilevata una presenza elevata di di-isobutilftalato già alla temperatura di 60°C, la stessa temperatura che può essere raggiunta quando la pizza appena tolta dal forno viene chiusa nel contenitore.

Il divieto imposto dalle direttive ha il compito di tutelare la salute delle persone evitando la migrazione di composti potenzialmente pericolosi dai contenitori di cartone agli alimenti, sicuramente bisognerà capire perché in alcuni casi non ci siano stati i dovuti controlli, c'è comunque da dire che non in tutti i cartoni sono state rilevate alte concentrazioni di queste sostanze e bisognerà poi verificare se effettivamente la causa sia da attribuire all'uso di cartoni ricavati da materiali riciclati o no. Molte volte per riscaldare la pizza una volta a casa si usa metterla nel forno domestico con il contenitore, un'abitudine che sarebbe meglio evitare, bisogna anche dire che non sono ancora ben chiari i livelli di ftalati che potrebbero essere dannosi per l'organismo, certo è che non avendo ancora a disposizione questi dati ed essendoci delle leggi che prevengono possibili situazioni dannose sarebbe meglio porre maggiore attenzione.


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