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Il suolo lunare ci rivela i segreti del Sole

I segreti del Sole

I campioni di terreno lunare raccolti dagli astronauti dell'Apollo 17 nel 1972 continuano a rivelarci nuove ed interessanti nozioni sul nostro cosmo. Gli strati superiori della superficie del nostro satellite recano tracce di materiali provenienti dal Sole, capaci di rivelarci nuovi particolari sui processi in atto nell'atmosfera solare. A differenza della Terra, la Luna non è protetta da un'atmosfera e una magnetosfera capaci di deviare le particelle provenienti dallo spazio. Cosଠla superficie lunare subisce in pieno gli effetti del vento solare e dei raggi cosmici ad alta energia provenienti dagli altri astri della galassia. Kunihiko Nishiizumi, dell'Università  della California e Marc W. Caffee del Lawrence Livermore National Laboratory hanno esaminato quei campioni di suolo lunare giunti sul nostro pianeta quasi vent'anni fa. Uno di questi è stato raccolto dalla superficie, mentre un altro è stato dissotterrato da una buca profonda 25 centimetri.

Nishiizumi e Caffee hanno spiegato come, attraverso numerosi bagni nell'acido hanno liberato gli isotopi radioattivi del berillio, dell'alluminio e del cloro dalle particelle del suolo, e ne hanno quindi misurato la quantità  di atomi. Nel caso del berillio10, che è instabile a causa di un sesto neutrone in più nel nucleo, gli studiosi ne hanno identificato circa un 15 percento in più nel campione di roccia lunare estratto dal sottosuolo rispetto a quanto ci si sarebbe aspettato se gli atomi fossero provenuti dai raggi cosmici.

Inoltre il berillio10 ha una vita media di un milione e mezzo di anni, appena meno dell'età  della Luna, quindi dev'esserci una fonte continua di rimpiazzo. Nishiizumi e Caffee hanno concluso che tale fonte debba essere il nostro Sole. I protoni carichi d'energia bombardano gli atomi di carbonio, l'azoto ed ossigeno dell'atmosfera solare creando gli isotopi, che il vento solare trasposta fin sulla Luna. I ricercatori fanno notare che la quantità  di berillio10 ci suggerisce che gli atomi vengano allontanati dall'atmosfera solare poco essersi formati. I calcoli dimostrano che se si fossero formati in uno strato più profondo della superficie solare, sulla superficie della Luna sarebbe presente solo un centesimo del berillio rinvenuto. Di conseguenza, solo una porzione molto minore dell'atmosfera solare sembra agitarsi entro gli strati più profondi rispetto a quanto i ricercatori avevano ritenuto in precedenza.


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