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Astronomia : Un nuovo telescopio - L'allineamento di un nuovo telescopio pone una nuova pietra miliare nell'esplorazione dello spazio

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L'allineamento di un nuovo telescopio pone una nuova pietra miliare nell'esplorazione dello spazio

Monte Wilson - Un nuovo telescopio

Combinando l'azione di due potenti telescopi di terra, situati sulla cima dello storico Monte Wilson, gli scienziati del Center for High Angular Resolution Astronomy (CHARA) hanno ottenuto un'immagine stabile del nostro cosmo. Questo tipo di esperimento era già  stato tentato in passato, sia sul Monte Wilson che altrove, ma senza successo. Stavolta però i due strumenti sono stati posti a 330 metri l'uno dall'altro, la più grande distanza di base utilizzata sino ad ora per lunghezze d'onda ottiche, afferma Harold A. McAlister, direttore del CHARA e professore all'Università  di Stato della Georgia. I due nuovi telescopi sono parte di un gruppo più ampio di sei che costituiscono il CHARA Array, che si prevede sarà  operativo il prossimo anno.

Secondo un principio di base dell'ottica, la risoluzione angolare di un telescopio - che rappresenta la dimensione del più piccolo dettaglio che è in grado di visualizzare - è inversamente proporzionale al diametro delle sue lenti o dello specchio. Gli interferometri ottici come il CHARA Array sono stati progettati per sfruttare la risoluzione angolare di un singolo specchio o lente ampio centinaia di metri. Questo è possibile puntando due o più telescopi verso un singolo obiettivo, quindi combinando i raggi luminosi cosଠraccolti. I raggi interferiscono tra loro, creando delle frange che possono essere analizzate per riprodurre l'immagine dell'oggetto in questione (o almeno per stabilire alcune sue proprietà ). Molti interferometri ottici operano in tutto il mondo, afferma McAlister, ma i grandi specchi e distanze precise del CHARA Array, insieme alla celebre stabilità  atmosferica del Monte Wilson, permettono a questo strumento osservazioni uniche e misurazioni delle proprietà  fondamentali - massa, diametro e temperatura di superficie - di numerose stelle.

Benchè il CHARA Array non sia in grado di scattare delle "fotografie" dei pianeti extrasolari, questo complesso ottico è capace di individuare le oscillazioni da essi provocate nelle stelle in considerazione di questo sistema binario. Esso è inoltre in grado di misurare il dilatarsi e il ritrarsi delle variabili pulsanti ed individuare i dischi e i getti di materia associati allo sviluppo delle stelle giovani. Gli strumenti operano su lunghezze d'onda visibili e vicine all'infrarosso, e sono in grado di ottenere sia gli spettri che le immagini delle singole stelle entro sistemi binari dove in precedenza non era stato possibile distinguerle.


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