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Farmaco: Sandimmun Neoral 10 | Bugiardino n. 11275 - Foglietto illustrativo n. 11275 - Farmaco Sandimmun Neoral 10: ricetta, principio attivo, prezzo, effetti e dosaggio [Confezione: 50 Capsule ]

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Farmaco: Sandimmun Neoral 10

Farmaco: Sandimmun Neoral 10 | Bugiardino n. 11275

Confezione: 50 Capsule

Casa farmaceutica: Novartis Farma S.p.A.

Classe farmaceutica: A

Ricetta Sandimmun Neoral 10: RNR - medicinale soggetto a ricetta medica da rinnovare di volta in volta

ATC: L04AD01

Principio attivo Sandimmun Neoral 10: Ciclosporina (DC.IT) (FU)

Gruppo terapeutico: Immunosoppressivi

Scadenza Sandimmun Neoral 10: 36 mesi

Temperatura di conservazione: Non superiore a +25°

Indicazioni terapeutiche / effetti Sandimmun Neoral 10 (50 Capsule )

Trapianti: trapianto d’organo: prevenzione del rigetto del trapianto allogenico di rene, fegato, cuore, cuore-polmone, polmone e pancreas. Trattamento del rigetto di trapianto in pazienti che hanno ricevuto precedentemente altre terapie immunosoppressive.
Trapianto di midollo osseo: prevenzione del rigetto del trapianto di midollo osseo. Profilassi e trattamento della "malattia da trapianto verso ospite" ("graft versus host-disease" o GVHD).
Malattie autoimmuni
Uveite endogena: trattamento dell’uveite posteriore o intermedia di origine non infettiva, in fase attiva, a rischio di grave perdita della funzione visiva, quando le terapie convenzionali non sono risultate efficaci o provocano effetti indesiderati inaccettabili. Trattamento dell’uveite nel morbo di Behçet, con ripetuti attacchi infiammatori a carico della retina.
Sindrome nefrosica: sindrome nefrosica steroido-dipendente e steroido-resistente in adulti e bambini, dovuta a glomerulopatie quali: glomerulonefrite a lesioni minime, glomerulosclerosi focale e segmentaria e glomerulonefrite membranosa. Sandimmun Neoral è efficace nell’indurre la remissione della malattia ed è utilizzato anche come terapia di mantenimento. Risulta inoltre efficace nel mantenere la remissione indotta dai corticosteroidi, consentendone il loro risparmio e/o sospensione.
Artrite reumatoide: trattamento dell’artrite reumatoide severa in fase attiva, i pazienti in cui i classici farmaci antireumatici a lenta azione risultano inappropriati o inefficaci.
Psoriasi: trattamento della psoriasi grave in pazienti in cui le terapie convenzionali sono inefficaci o inappropriate.
Dermatite atopica: Sandimmun Neoral è indicato nei pazienti con dermatite atopica grave, quando è richiesta una terapia sistemica.

Posologia / dosaggio Sandimmun Neoral 10 (50 Capsule )

Le raccomandazioni circa le dosi da somministrare, sia per os che per via endovenosa, devono essere intese quali indicazioni di riferimento. Sandimmun Neoral deve essere sempre somministrato in due dosi giornaliere refratte. E’ necessario controllare regolarmente i livelli ematici di ciclosporina, ad esempio con i metodi RIA basati su anticorpi monoclonali. I risultati ottenuti sono utili per determinare il dosaggio individuale necessario per raggiungere le concentrazioni desiderate.
Trapianti: trapianto d’organo: il trattamento con Sandimmun Neoral dovrebbe iniziare 12 ore prima dell’intervento chirurgico, con la somministrazione di 10-15 mg/Kg suddivisi in due dosi refratte. Somministrare la medesima dose giornaliera anche dopo l’intervento per una o due settimane, poi ridurla gradualmente in base ai livelli ematici, fino a una dose di mantenimento di 2-6 mg/Kg/die, suddivisa in 2 somministrazioni refratte. Se Sandimmun Neoral viene impiegato in associazione ad altri preparati immunosoppressori (es. corticosteroidi, oppure quando sia necessaria una terapia immunosoppressiva triplice o quadruplice) possono essere impiegate dosi giornaliere più basse (es. 1 mg/Kg/die ev seguito da una dose di 6 mg/Kg/die per os, come dose iniziale). Qualora si somministrasse Sandimmun concentrato per infusione endovenosa, la dose raccomandata è approssimativamente 1/3 della dose orale consigliata di Sandimmun Neoral; si consiglia di passare alla terapia orale non appena possibile.
Trapianto di midollo osseo: la dose iniziale deve essere somministrata il giorno precedente il trapianto. Nella maggior parte dei casi si preferisce usare il concentrato per infusione endovenosa alla dose di 3-5 mg/Kg/die come dose iniziale e nel periodo immediatamente susseguente il trapianto, per una durata non superiore alle due settimane, per poi passare alla terapia di mantenimento per via orale con Sandimmun Neoral alla dose di circa 12,5 mg/Kg/die in due somministrazioni refratte. La terapia di mantenimento deve essere protratta per almeno 3 mesi (preferibilmente per 6 mesi) prima di ridurre la dose gradatamente fino alla sospensione totale entro un anno dopo il trapianto. Qualora la terapia iniziale sia effettuata con Sandimmun Neoral, la dose giornaliera consigliata è 12,5-15 mg/Kg suddivisa in due somministrazioni refratte, a partire dal giorno precedente il trapianto. In caso di complicanze gastrointestinali, che potrebbero ridurre l’assorbimento del farmaco, può essere necessaria una dose di Sandimmun Neoral più elevata o il ricorso alla somministrazione per via e.v. In alcuni pazienti, alla sospensione del farmaco può instaurarsi una GVHD. In questo caso si ottiene generalmente una risposta positiva con la ripresa della terapia. Basse dosi di Sandimmun Neoral possono essere impiegate per controllare una lieve GVHD di tipo cronico.
Malattie autoimmuni: uveite endogena: per indurre la remissione si raccomanda di iniziare con una dose orale giornaliera di 5 mg/Kg, in due somministrazioni refratte, fino alla remissione dell’infiammazione attiva dell’uvea e al miglioramento dell’acuità visiva. In casi particolarmente refrattari la dose può eventualmente essere aumentata a 7 mg/Kg/die per un limitato periodo di tempo. Per ottenere la remissione iniziale o per controllare ripetuti attacchi infiammatori oculari, possono essere somministrati in concomitanza corticosteroidi per via sistemica (0,2-0,6 mg/Kg/die di prednisone o dosi equivalenti di altri corticosteroidi) qualora il solo Sandimmun Neoral non sia sufficiente a controllare gli attacchi. Terapia di mantenimento: diminuire gradatamente la posologia alla minima dose efficace che, durante la fase di remissione, non deve superare i 5 mg/Kg/die.
Sindrome nefrosica: per indurre la remissione, la dose giornaliera raccomandata, somministrata in 2 dosi orali refratte, è di 5 mg/kg negli adulti e 6 mg/kg nei bambini a condizione che, ad eccezione della proteinuria, la funzionalità renale sia nella norma. In pazienti con funzionalità renale ridotta, la dose iniziale non deve essere superiore a 2,5 mg/kg/die. E’ raccomandato l’uso di Sandimmun Neoral in associazione a basse dosi di corticosteroidi per uso orale in caso di risposta non soddisfacente alla monoterapia, in particolare nei casi steroido-resistenti. Se non si osserva alcun miglioramento dopo 3 mesi di trattamento, la terapia con Sandimmun Neoral deve essere interrotta. E’ necessario adeguare le dosi individualmente a seconda dell’efficacia (controllo della proteinuria) e della sicurezza (principalmente monitoraggio della creatininemia). Nel bambino, per una diversa biodisponibilità del farmaco, si potranno impiegare dosi superiori, effettuando il monitoraggio dei livelli di ciclosporinemia pre-dose, per evitare il sovradosaggio. Per la terapia di mantenimento la dose deve essere ridotta gradualmente fino alla dose minima efficace.
Artrite reumatoide: per le prime 6 settimane di trattamento la dose orale raccomandata è di 3 mg/Kg/die suddivisa in due somministrazioni. Se la risposta clinica è insufficiente, la dose giornaliera può essere aumentata gradualmente, in assenza di problemi di tollerabilità, ma non deve mai superare i 5 mg/Kg. Per ottenere la piena efficacia, possono essere necessarie fino a 12 settimane di trattamento con Sandimmun Neoral. Terapia di mantenimento: la dose deve essere adattata al singolo paziente in accordo con la tollerabilità. Sandimmun Neoral può essere somministrato in associazione a basse dosi di corticosteroidi e/o antiinfiammatori non steroidei. Sandimmun Neoral può essere somministrato anche in associazione a basse dosi settimanali di metotrexato in pazienti con risposta non soddisfacente alla monoterapia con quest’ultimo farmaco, iniziando la terapia con una dose di Sandimmun Neoral pari a 2,5 mg/kg/die suddivisi in due somministrazioni refratte e aumentando la dose a seconda della tollerabilità mostrata dal paziente.
Psoriasi: a causa della variabilità di presentazione clinica di questa malattia, la terapia deve essere individualizzata. Per indurre la remissione si raccomanda di iniziare con una dose orale minima giornaliera di 2,5 mg/Kg/die, in due somministrazioni refratte. Se non si osserva un miglioramento entro un mese, aumentare gradualmente la posologia senza superare i 5 mg/Kg/die. E’ opportuno interrompere la somministrazione nei pazienti che non mostrano una adeguata risposta entro 6 settimane di terapia alla dose di 5 mg/Kg/die, o nei pazienti in cui la dose efficace non è compatibile con le norme per la sicurezza del trattamento. Dosi iniziali di 5 mg/Kg/die sono giustificate nei pazienti la cui condizione clinica richiede un rapido miglioramento. Una volta raggiunta una risposta soddisfacente, il trattamento con Sandimmun Neoral può essere interrotto gradualmente ed una successiva recidiva può essere trattata nuovamente con Sandimmun Neoral alla dose precedentemente efficace. In alcuni pazienti può essere necessario il mantenimento continuativo della terapia. Terapia di mantenimento: stabilire per ogni paziente la minima dose efficace, che non deve superare i 5 mg/Kg/die.
Dermatite atopica: a causa della variabilità di presentazione clinica di questa malattia, la terapia deve essere individualizzata. L’intervallo di dose consigliato è 2,5-5 mg/kg/die in 2 dosi orali refratte. Se una dose iniziale di 2,5 mg/kg/die non determina una risposta soddisfacente entro 2 settimane di terapia, la dose giornaliera può essere rapidamente aumentata fino ad un massimo di 5 mg/kg. In casi molto gravi, è più probabile che si verifichi un controllo rapido ed adeguato della malattia con una dose iniziale di 5 mg/kg/die. Una volta raggiunta una risposta soddisfacente, la dose deve essere ridotta gradualmente e, se possibile, il trattamento con Sandimmun Neoral deve essere interrotto. Una ricaduta successiva può essere trattata con un ulteriore ciclo di Sandimmun Neoral. Sebbene un ciclo di 8 settimane di terapia possa essere sufficiente per raggiungere la remissione, è stato dimostrato che il trattamento fino ad 1 anno è efficace e ben tollerato purchè vengano seguite le linee guida di monitoraggio.
Passaggio da Sandimmun a Sandimmun Neoral: Sandimmun Neoral contiene ciclosporina come principio attivo. La sua formulazione, basata sull’innovativo principio della microemulsione preconcentrata, riduce la variabilità dei parametri farmacocinetici, fornisce una esposizione alla ciclosporina maggiormente correlata con la dose assunta, con un profilo di assorbimento più costante nell’arco delle 24 ore e una minore influenza dei pasti sulla biodisponibilità. In studi farmacocinetici e clinici, è stato dimostrato che la correlazione tra il livello minimo pre-dose e l’esposizione alla ciclosporina è maggiore se la ciclosporina viene somministrata come Sandimmun Neoral rispetto a Sandimmun. La formazione della microemulsione avviene in presenza di acqua (sotto forma di bevanda per l’assunzione o di succhi gastrici). A causa delle differenti biodisponibilità tra la formulazione originaria di ciclosporina e la formulazione in microemulsione (Sandimmun Neoral) i pazienti che abbiano iniziato il trattamento con Sandimmun Neoral non devono passare ad altra formulazione di ciclosporina senza un idoneo monitoraggio di ciclosporinemia, creatininemia e pressione arteriosa. In particolare, la sostituzione di Sandimmun Neoral con qualsiasi altra formulazione di ciclosporina potrebbe determinare importanti variazioni della ciclosporinemia. Per questa ragione, può essere opportuno che i medici nella prescrizione del prodotto non usino il termine generico "ciclosporina" ma la denominazione Sandimmun Neoral.
Nota: non si devono osservare queste precauzioni nel passare da Sandimmun Neoral capsule molli a Sandimmun Neoral soluzione orale perché queste 2 forme sono bioequivalenti.
I dati disponibili indicano che dopo il passaggio da Sandimmun a Sandimmun Neoral alla stessa dose, i livelli ematici minimi di ciclosporina pre-dose risultano paragonabili a quelli osservati prima del passaggio da una formulazione all’altra. In molti pazienti si può osservare un aumento della concentrazione plasmatica massima (Cmax) ed un incremento dell’esposizione al farmaco, valutata mediante l’area sotto la curva tempo-concentrazione (AUC). Tuttavia, in una piccola percentuale di pazienti, generalmente quelli che presentavano un assorbimento variabile di ciclosporina con Sandimmun, formulazione con elevata variabilità della biodisponibilità, queste variazioni possono essere più marcate e clinicamente rilevanti. I pazienti con livelli minimi pre-dose variabili o in trattamento con dosi molto elevate di Sandimmun possono assorbire la ciclosporina in modo insufficiente o incostante (ad es. i pazienti affetti da fibrosi cistica, i pazienti sottoposti a trapianto di fegato con colestasi o secrezione biliare insufficiente, i bambini o alcuni soggetti sottoposti a trapianto di rene) e presentare un buon assorbimento dopo essere passati a Sandimmun Neoral. Pertanto, in questa popolazione l’aumento di biodisponibilità della ciclosporina dopo passaggio da Sandimmun a Sandimmun Neoral alla stessa dose potrebbe essere superiore a quanto normalmente osservato. La dose di Sandimmun Neoral deve essere quindi diminuita e adattata individualmente in base al range target di livello minimo pre-dose. L’assorbimento della ciclosporina dalla formulazione Sandimmun Neoral è infatti molto meno variabile e inoltre, con Sandimmun Neoral la correlazione tra il livello minimo pre-dose e l’esposizione al farmaco, rilevata tramite l’AUC, è maggiore rispetto alla formulazione di Sandimmun. Questo rende i livelli ematici minimi di ciclosporina un parametro più sicuro e attendibile per il monitoraggio terapeutico del farmaco. Poichè il passaggio da Sandimmun a Sandimmun Neoral può determinare un aumento dell’esposizione al farmaco, devono essere osservate le seguenti precauzioni: in pazienti sottoposti a trapianto, Sandimmun Neoral sostituisce Sandimmun alla stessa dose giornaliera. I livelli pre-dose di ciclosporina nel sangue intero devono essere controllati entro 4-7 giorni dal passaggio a Sandimmun Neoral. Inoltre, i parametri clinici indicativi della sicurezza del farmaco, quali creatinina sierica e pressione arteriosa, devono essere controllati nei primi due mesi dopo il passaggio. Se i livelli ematici pre-dose di ciclosporina sono fuori dall’intervallo terapeutico e/o si verifica il peggioramento dei parametri clinici suddetti, si deve adeguare conseguentemente la posologia del farmaco. In pazienti affetti da malattie autoimmuni, Sandimmun Neoral sostituisce Sandimmun alla stessa dose giornaliera. Alla 2a, 4a e 8a settimana dopo il passaggio, devono essere controllate la creatinina sierica e la pressione arteriosa. Se la creatinina sierica o la pressione arteriosa aumentano significativamente oltre i valori precedenti il passaggio, o se la creatinina sierica aumenta di oltre il 30% rispetto al valore basale (pre-terapia con Sandimmun) in più di una misurazione, la dose deve essere ridotta (vedere anche Precauzioni addizionali nel RCP). In caso di tossicità inattesa o di assenza di efficacia della ciclosporina, devono essere controllati anche i livelli ematici pre-dose.
Pazienti anziani: l’esperienza con ciclosporina negli anziani è limitata, ma alle dosi consigliate non si sono manifestati problemi particolari in seguito all’uso del farmaco. Negli studi clinici con ciclosporina nell’artrite reumatoide, il 17,5% dei pazienti era di età ≥ 65 anni. Durante il trattamento, in questi pazienti si è osservata una tendenza maggiore a sviluppare ipertensione sistolica e, dopo 3-4 mesi di terapia, un aumento della creatinina sierica > del 50% rispetto al basale. Gli studi clinici con Sandimmun Neoral in pazienti sottoposti a trapianto e in pazienti con psoriasi non hanno incluso un numero di soggetti di età > 65 anni sufficiente per determinare una differenza di risposta rispetto ai soggetti più giovani. Altre esperienze cliniche segnalate non hanno evidenziato differenze di risposta tra pazienti anziani e più giovani. In generale nel paziente anziano la dose deve essere individuata con attenzione, iniziando di solito con il livello più basso dell’intervallo terapeutico, considerata la maggiore frequenza di una riduzione della funzionalità epatica, renale o cardiaca, di malattie concomitanti o di altre terapie farmacologiche in atto.
Uso pediatrico: l’esperienza con ciclosporina nei bambini è ancora limitata. Tuttavia, bambini da un anno di età in poi hanno ricevuto ciclosporina a dosi standard senza particolari problemi. In diversi studi, pazienti pediatrici hanno richiesto e tollerato dosi di ciclosporina per kg di peso corporeo più elevate di quelle usate negli adulti.


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