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Farmaco: Advagraf

Farmaco: Advagraf | Bugiardino n. 00437

Confezione: 1 mg 60 Capsule a rilascio modificato

Casa farmaceutica: Astellas Pharma S.p.A.

Classe farmaceutica: A

Ricetta Advagraf: RNR - medicinale soggetto a ricetta medica da rinnovare di volta in volta

ATC: L04AD02

Principio attivo Advagraf: Tacrolimus

Gruppo terapeutico: Immunosoppressivi

Scadenza Advagraf: 36 mesi

Temperatura di conservazione: n.d.

Indicazioni terapeutiche / effetti Advagraf (1 mg 60 Capsule a rilascio modificato )

Profilassi del rigetto del trapianto nei pazienti adulti riceventi trapianto allogenico di rene o di fegato. Trattamento del rigetto allogenico resistente al trattamento con altri medicinali immunosoppressori nei pazienti adulti.

Posologia / dosaggio Advagraf (1 mg 60 Capsule a rilascio modificato )

Formulazione orale di tacrolimus in dose unica giornaliera. La terapia con Advagraf richiede un attento monitoraggio da parte di personale adeguatamente qualificato ed attrezzato. La prescrizione del medicinale, così come le modifiche della terapia immunosoppressiva in corso, devono essere effettuate soltanto da medici con esperienza nella gestione della terapia immunosoppressiva e del paziente trapiantato. Considerazioni generali: le dosi iniziali raccomandate, presentate qui di seguito, devono servire soltanto come indicazione generale. Nella fase iniziale del periodo post-operatorio Advagraf viene normalmente somministrato in associazione ad altri farmaci immunosoppressivi. La dose può variare in base al regime immunosoppressivo prescelto. Il dosaggio di Advagraf deve innanzitutto essere basato sulle valutazioni dei segni clinici di rigetto e sulla tollerabilità del singolo paziente, con l’ausilio del monitoraggio del livello ematico (vedere di seguito Concentrazioni ematiche di valle raccomandate). Se sono evidenti segni clinici di rigetto, deve essere presa in considerazione una variazione del regime di immunosoppressione. In pazienti stabilizzati trasferiti da Prograf (2 volte al giorno) ad Advagraf (1 volta al giorno) su una base di dose giornaliera totale di 1:1 (mg:mg), l’esposizione sistemica a tacrolimus (AUC0-24) per Advagraf era approssimativamente il 10% inferiore a quella di Prograf. La relazione tra i livelli di valle di tacrolimus (C24) e l’esposizione sistemica (AUC0-24) per Advagraf è simile a quella di Prograf. Se si vuole eseguire un trasferimento da Prograf capsule ad Advagraf, i livelli di valle di tacrolimus devono essere misurati prima del trasferimento stesso ed entro le prime 2 settimane successive. Devono essere effettuati aggiustamenti della dose per assicurare che venga mantenuta una esposizione sistemica simile. Nei pazienti trapiantati di rene e fegato de novo l’ AUC0-24 di tacrolimus per Advagraf al giorno 1 era il 30% e il 50% rispettivamente più bassa quando comparata a quella di Prograf a dosi equivalenti. Al giorno 4, l’esposizione sistemica, misurata sulla base dei livelli di valle, risulta simile per entrambe le formulazioni sia per i pazienti con trapianto di rene che per quelli con trapianto di fegato. Con Advagraf si raccomanda un accurato e frequente controllo dei livelli di valle di tacrolimus durante le prime 2 settimane dal trapianto, per assicurare un’adeguata esposizione al farmaco nell’immediato periodo post-trapianto. Dato che tacrolimus è una sostanza a bassa clearance, gli aggiustamenti verso un regime di dose di Advagraf possono richiedere diversi giorni prima che venga raggiunto lo steady state. Nei pazienti che non sono in grado di assumere medicinali per via orale nel periodo immediatamente seguente al trapianto, la terapia con tacrolimus può essere cominciata per via endovenosa (Prograf 5 mg/ml concentrato per soluzione per infusione) a una dose di circa 1/5 di quella orale consigliata per quella indicazione.
Modo di somministrazione: si consiglia di somministrare la quotidiana dose orale di Advagraf 1 volta al giorno, al mattino. Le capsule a rilascio prolungato di Advagraf devono essere assunte immediatamente dopo la rimozione dal blister. I pazienti devono essere avvertiti di non ingerire il disidratante. Le capsule devono essere assunte con un liquido (preferibilmente acqua). Per raggiungere un assorbimento ottimale, generalmente Advagraf deve essere assunto a stomaco vuoto o almeno 1 ora prima oppure 2-3 ore dopo i pasti (vedere Proprietà farmacocinetiche nel RCP). Una dose del mattino dimenticata deve essere assunta il prima possibile lo stesso giorno. Non si deve assumere una dose doppia il mattino successivo. Durata della terapia: per impedire il rigetto dell’organo trapiantato, occorre mantenere lo stato di immunosoppressione; di conseguenza, non è possibile stabilire un limite per la durata della terapia orale. Dosi consigliate - trapianto di rene: profilassi del rigetto del trapianto: la terapia per via orale con Advagraf deve cominciare con una dose pari a 0,20-0,30 mg/kg/die somministrata 1 volta al giorno, al mattino. La somministrazione deve cominciare entro le 24 ore dal termine dell’intervento chirurgico. Aggiustamenti posologici durante il periodo post-trapianto: le dosi di Advagraf vengono generalmente ridotte nel periodo post-trapianto. E’ possibile, in alcuni casi, sospendere le terapie immunosoppressive concomitanti fino alla monoterapia con Advagraf. I miglioramenti clinici del paziente nel periodo post-trapianto possono modificare la farmacocinetica di tacrolimus con la necessità di ulteriori aggiustamenti posologici. Dosi consigliate - trapianto di fegato: profilassi del rigetto del trapianto: la terapia per via orale con Advagraf deve cominciare con una dose pari a 0,10-0,20 mg/kg/die somministrata una volta al giorno, al mattino. La somministrazione deve cominciare circa 12-18 ore dopo il termine dell’intervento chirurgico. Aggiustamenti posologici durante il periodo post-trapianto: le dosi di Advagraf vengono generalmente ridotte nel periodo post-trapianto. E’ possibile in alcuni casi sospendere le terapie immunosoppressive concomitanti fino alla monoterapia con Advagraf. I miglioramenti clinici del paziente nel periodo post-trapianto possono modificare la farmacocinetica di tacrolimus con la necessità di ulteriori aggiustamenti posologici. Dosi consigliate - trasferimento dei pazienti trattati con Prograf ad Advagraf: i pazienti sottoposti a trapianto allogenico, in terapia con un dosaggio di Prograf capsule 2 volte al giorno, che richiedano il trasferimento ad Advagraf 1 volta al giorno, devono essere trasferiti su una base di dose giornaliera totale di 1:1 (mg:mg). Advagraf deve essere somministrato al mattino. Dopo il trasferimento, i livelli di valle di tacrolimus devono essere monitorati e se necessario devono essere effettuati degli aggiustamenti posologici per mantenere la medesima esposizione sistemica. Dosi consigliate - terapia antirigetto: per controllare eventuali episodi di rigetto, sono stati utilizzati l’aumento del dosaggio di tacrolimus, l’associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l’introduzione di brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali. La comparsa di segni di tossicità (ad esempio eventi avversi rilevanti - vedere Effetti indesiderati nel RCP) potrebbe rendere necessaria la diminuzione della dose di Advagraf. Per informazioni sulla conversione da ciclosporina ad Advagraf, vedere di seguito il paragrafo Aggiustamenti posologici in specifiche popolazioni di pazienti. Trapianto di rene e di fegato: per la conversione da altri immunosoppressori ad Advagraf una volta al giorno, la terapia deve cominciare con la dose iniziale per via orale consigliata per la profilassi e per il rigetto del trapianto rispettivamente per il trapianto di rene e di fegato. Trapianto di cuore: in pazienti adulti trasferiti ad Advagraf, deve essere somministrata una dose iniziale per via orale pari a 0,15 mg/kg/die una volta al giorno, al mattino. Altri allotrapianti: nonostante non ci sia esperienza clinica con Advagraf in pazienti sottoposti a trapianto di polmone, di pancreas e di intestino, Prograf è stato utilizzato in pazienti sottoposti a trapianto di polmone a una dose iniziale per via orale pari a 0,10-0,15 mg/kg/die, in pazienti sottoposti a trapianto di pancreas a una dose iniziale per via orale pari a 0,2 mg/kg/die e in pazienti sottoposti a trapianto di intestino a una dose iniziale per via orale pari a 0,3 mg/kg/die. Aggiustamenti posologici in specifiche popolazioni di pazienti : pazienti con compromissione epatica: per mantenere i livelli ematici di valle nei limiti raccomandati, nei pazienti con grave compromissione epatica può rendersi necessaria una riduzione della dose. Pazienti con compromissione renale: poiché la farmacocinetica di tacrolimus non è influenzata dalla funzionalità renale, non è necessario un aggiustamento posologico. Tuttavia, a causa del potenziale nefrotossico di tacrolimus si raccomanda un attento monitoraggio della funzionalità renale (incluse valutazioni periodiche della creatinina sierica, il calcolo della ClCr e il controllo della diuresi). Razza: rispetto ai caucasici i pazienti di colore possono richiedere dosi più alte di tacrolimus per raggiungere livelli di valle simili. Genere: non è stato evidenziato che pazienti maschi e femmine richiedano dosi differenti per raggiungere livelli di valle simili. Pazienti anziani: attualmente i dati disponibili non suggeriscono la necessità di aggiustamenti posologici. Conversione da ciclosporina ad Advagraf: occorre prestare particolare attenzione prima di trasferire i pazienti in terapia con ciclosporina alla terapia con tacrolimus (vedere Avvertenze speciali e precauzioni di impiego nel RCP e Interazioni). La terapia a base di Advagraf deve essere iniziata soltanto dopo aver preso in considerazione le concentrazioni ematiche di ciclosporina e le condizioni cliniche del paziente. In presenza di elevati livelli ematici di ciclosporina, la somministrazione deve essere ritardata. In pratica, la terapia a base di tacrolimus viene iniziata 12-24 ore dopo l’interruzione di ciclosporina. Il controllo dei livelli ematici di ciclosporina deve proseguire anche dopo la conversione alla nuova terapia dal momento che la clearance della ciclosporina può esserne influenzata. Concentrazioni ematiche di valle raccomandate: la dose deve essere principalmente basata sulla valutazione clinica del rigetto e sulla tollerabilità di ogni singolo paziente con l’aiuto del monitoraggio dei livelli di valle di tacrolimus nel sangue intero. Quale aiuto per ottimizzare il dosaggio, sono disponibili vari test immunologici per determinare i livelli di tacrolimus nel sangue intero. Il confronto dei livelli ematici del singolo paziente con quelli pubblicati in letteratura deve essere fatto con attenzione e conoscenza del metodo d’analisi impiegato. Nella pratica clinica attuale, i livelli ematici di tacrolimus sono determinati con immunodosaggio su sangue intero. La relazione tra i livelli di valle di tacrolimus (C24) e l’esposizione sistemica (AUC0-24) è simile tra le due formulazioni Advagraf e Prograf. I livelli ematici di valle di tacrolimus devono essere monitorati nel periodo post-trapianto. I livelli ematici di valle di Advagraf devono essere rilevati dopo 24 ore circa dall’ultima somministrazione, appena prima della somministrazione successiva. Si raccomanda un frequente monitoraggio dei livelli di valle nelle prime due settimane post-trapianto, seguito da controlli periodici durante la terapia di mantenimento. I livelli ematici di valle di tacrolimus devono essere monitorati anche in seguito al trasferimento da Prograf ad Advagraf, ad aggiustamenti della dose, a cambiamenti nel regime immunosoppressivo, o a cosomministrazione di sostanze che possono alterare le concentrazioni di tacrolimus nel sangue intero. La frequenza del monitoraggio dei livelli ematici si deve basare sulle esigenze cliniche. Poiché Advagraf è un medicinale a bassa clearance, gli aggiustamenti al regime posologico di Advagraf possono richiedere diversi giorni prima che sia raggiunto lo steady state. L’analisi degli studi clinici suggerisce che la maggior parte dei pazienti può essere trattata con successo quando le concentrazioni ematiche di valle di tacrolimus vengono mantenute sotto i 20 ng/ml. E’ necessario considerare le condizioni cliniche del paziente quando si interpretano le concentrazioni ematiche. Nella pratica clinica, nell’immediato periodo post trapianto, i livelli ematici di valle sono generalmente compresi nell’intervallo tra i 5-20 ng/ml nei pazienti trapiantati di fegato, e nell’intervallo tra i 10-20 ng/ml nei pazienti trapiantati di rene e di cuore. Successivamente, durante la terapia di mantenimento, le concentrazioni ematiche sono state generalmente comprese nell’intervallo tra i 5-15 ng/ml nei pazienti sottoposti a trapianto di fegato, rene e cuore.


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